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  CESARE (1923-2005)

 Nel 1981 nell’ex-ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà, a Roma, coinvolge nel suo entusiasmo per il teatro di figura i suoi collaboratori e fonda il gruppo T.A.19 (Teatro di animazione del XIX municipio). Nasce lo spettacolo Molto rumore per poco rappresentato con grande successo al teatro Crisogono nell’ambito di una rassegna folta di spettacoli.  Ma oltre l’aspetto ludico prende vita un progetto che Cesare cova da sempre, e, in qualche modo, ha già sperimentato nel suo lungo soggiorno nell’ospedale psichiatrico di Tripoli, quello di utilizzare i burattini nella terapia dei malati mentali.

Quando la passione del teatro ti muove può bastare il parapetto di una finestra, un paravento in un’oasi africana, una tenda fra due porte, per dare vita a uno spettacolo. Sarà poi la fantasia tua e di quelli che ti guardano a colmare i vuoti, a creare quello che manca. E’ ciò che ha fatto nei suoi primi approcci con i burattini Cesare Felici, che allestiva spettacoli per i suoi fratelli e gli amichetti del quartiere, dalla finestra  al pianterreno della sua casa a Roma, o quando, medico, lavorava per i pazienti nel manicomio dell’oasi di Fesclum vicino Tripoli, o più tardi, nel salotto di casa e degli amici, divertiva i bimbi di famiglia, con i personaggi, usciti un po’ malconci dal forno di cucina, di Chi per amor non osa non avrà Sinforosa.

Poi però con la passione è cresciuta la certezza che burattini e marionette danno vita a una forma speciale di teatro e che essi non sono solo quelli del mondo, sia pur affascinante, dei teatrini in baracca nei giardini pubblici, ma che hanno una  storia di secoli alle spalle, e allora ecco l’incontro con l’ associazione che dal lontano 1929, a Praga, aveva fatto della “marionetta” la sua ragione istituzionale, l’ Unione internazionale della Marionetta.

Poiché in Italia U.N.I.MA  non c’è, Cesare si iscrive, nel 1967, al Centro  Internazionale di U.N.I.MA.  Si apre un mondo: il Festival di Praga nel 1969, quello di Charleville – Mézières nel 1972 e, infine, con la grande artista romana Maria Signorelli e altri entusiasti e convinti “burattinai”, la fondazione a Roma nel 1980 della sezione italiana di U.N.I.MA. Per più di un decennio Cesare anima il gruppo italiano di burattinai  marionettisti e studiosi con un instancabile lavoro di tessitura, iscrizioni, giornale, rapporti che portano a un elevato numero di partecipanti e a una vivacissima, e talvolta polemica, vita dell’associazione.

Da questa esperienza e dal rapporto con l’associazione francese Marionnette et Thérapie Cesare si conferma nell’idea che,

“il passaggio dal  burattino, oggetto inerte, di per sé inespressivo, al burattino  che assume capacità espressiva grazie alla manipolazione che ne fa il burattinaio, è il momento determinante in cui entrano in gioco quei meccanismi difensivi che possono portare a soluzione positiva un problema psicologico.

La mano che, “incorporandolo,” dà vita al burattino personaggio attiva nel soggetto in esame, il processo di identificazione attraverso il quale, assimilando a sé l’immagine dell’oggetto esterno, egli finisce col pensare sentire e agire  sulla base di questa immagine introiettata. Conflitti inconsci non risolti, pulsioni, desideri, fantasie....rimosse o mascherate dall’Io, attraverso la mediazione del burattino (nella veste di doppio) assumono configurazione simbolica....al pari di una rappresentazione onirica nella quale, infatti, si ripropongono mascherati i contenuti rimossi dal piano della coscienza.....E come avviene nel sogno ai materiali onirici anche al burattino tutto è permesso: tempo, spazio, gravità non rispondono a limiti o leggi fisiche, ma sono al servizio della rappresentazione simbolica dei contenuti rimossi, proiettati sul burattino da chi lo muove."

Da sempre ispiratrice di Cesare Felici, la musica lo spinge a lavorare a lungo sul progetto di allestimento delle Cinesi di Gluck, uno spettacolo di teatro nel teatro, ricco di personaggi storici, fra cui Maria Teresa d’Austria, che si animano e mettono in scena l’opera uscendo dai dipinti di una nobile quadreria. Spettacolo così ambizioso che,  in realtà, rimane solo un progetto, come La favola dell’Asino d’oro di Apuleio. Si concretizza invece l’allestimento del Filemone e Bauci di Haydn, per cui costruisce un teatro, dipinge scene e quinte e crea burattini e marionette. Il risultato è uno spettacolo di grande eleganza e raffinatezza, che partecipa, con la compagnia da lui costituita, la Baracca dei Burattini, ai Festival di Teatro di Figura, a Venezia, a Senigallia a Monterotondo  e al teatro della Comunità di Roma.

Con il gruppo di collaboratori (operatori sociali, psicologi, una “arte-terapeuta”) coinvolge nella preparazione di uno spettacolo alcuni “pazienti ospiti”, affetti da gravi patologie mentali, ai quali  affida la realizzazione, con I Burattini magici, de  Il Principe del sogno, dalla stesura del testo, alla costruzione dei burattini, alla vera e propria rappresentazione che avverrà l’8 e il 9 giugno 1989 al Teatro Intrastevere  di Roma dove Luigi Luciana Attilio Alberto e Anna coraggiosamente incontrano il pubblico lasciandosi alle spalle per la prima volta “il manicomio”.

Nell’attività di  Cesare Felici c’è spazio per il disegno (di grande effetto i suoi studi sui meccanismi di burattini e marionette, pubblicati nelle riviste specializzate), ma anche  per i piccoli spettacoli da intrattenimento, ad es. un Pierino e il lupo di Prokofiev.

Come tutti i burattinai di una volta Felici costruisce i suoi personaggi in toto, dal calco della testa, ai meccanismi per i movimenti, agli abiti. Nel tempo la tecnica si è raffinata anche per l’uso della polvere di legno che rende leggerissime le teste.

Il cinema si è avvalso delle creazioni di Cesare in un poetico film di Amedeo Fago con Alessandro Haber  Philippe Le Roy e Therèse- Ann Savoy, La donna del traghetto presentato nel 1986  a La semaine de la critique al Festival di Cannes.

 

 

 

I ragazzi del Liceo Tacito di Roma rappresentarono nel teatro greco di Palazzolo Acreide La Casina di Plauto con le maschere create da Cesare.  

Nel 2004 a Rijeca il Congresso mondiale di U.N.I.MA  conferisce a Cesare Felici il riconoscimento di Membro Onorario.

La collaborazione con Il Politecnico - Teatro di Roma segna una svolta nel lavoro di Felici: si rappresenta per la regia di Caterina Casini da un testo di Walter Benjamin, Pulcinella va alla radio, con Caterina Casini, Alberto Fortuzzi, Claudio Trionfi; i burattini sono di Cesare. Suoi saranno alcuni elementi scenici per gli spettacoli che vanno in scena al Politecnico: I Fanciulli divini dall’Oreste di Euripide,  I sogni di Clitennestra di Dacia Maraini, Strasse da Bertold Brecht, tutti per la regia di Giancarlo Sammartano.  Nel frattempo Felici partecipa alla Mostra Nazionale del Teatro per Ragazzi che si tiene a Firenze nel 1967 organizzata dal M.P.I., e a Pescara al Festival dei Burattini Marionette e Pupi nel 1969.

Ma la passione per il teatro agito non si è affievolita, già nel 1965 e 1966 Cesare aveva messo in scena un Gatto con gli stivali, riscritto in rima e con alcune parti in dialetto siciliano, e una deliziosa Serva padrona di Pergolesi. I burattini sono ancora modellati con il calco di cartapesta, ma già rivelano il segno caricaturale che è un tratto costante dei suoi personaggi.

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